Colombia, Popayan & Silvia – day 3

Ieri:

Ed ecco il primo imprevisto.

Atterrato a Popayan scopriamo, io e gli altri 32 passeggeri che il bagaglio è rimasto a Bogotà e arriverà la mattina successiva.

Il motivo? con le valigie si superava il peso concesso al volo ad elica ed hanno per questo lasciato TUTTI i bagagli a Bogotà.

Altro problemino che in hotel non ricordavano di avere una prenotazione con booking. Leggono il mio foglio prenotazione, verificano al pc e alla fine dopo 30’ che la preparano ho la mia stanza. Sono l’unico turista 😊

Il posto però è carino, ha un suo Pub e dopo una cena messicana in un posto decente nel centro storico, tornato in albergo ci facciamo un po’ di birre e rum chiacchierando con il proprietario e Mat, un trentenne americano di NY, che lavora via web per una compagnia cinese e, dopo 6 mesi a Bogotà, da un anno vive a Popayan.

A dormire presto io rispetto a loro, che ho sentito fare bisboccia fino alle 2, perché per godersi il mercato di Silvia bisogna andarci presto.

Oggi:

Mi sono Quindi svegliato alle 6 e dopo poco ero fuori dall’Hostel con il portone ancora chiuso.

20’ a piedi dal centro verso la stazione, anche per fotografare la città Blanca che ancora dorme e prendo l’ultimo posto disponibile nel bus delle 7:20 della Cooperativa de Motoristas del Cauca diretto a Silvia.

Alle 8:30 siamo lì e comincia la mia overdose di scatti.

Posto incredibile. Ogni martedì si tiene il mercato che si riempie di popolazione Guambiano nei loro vestiti tradizionali che colorano di blu anche le giornate a cielo coperto e pioggerella.

Loro non vivono lì ma sfruttano la centralità della piccola città in mezzo alla montagna rispetto ai piccoli villaggi come Pueblito, La Campana, Gumbia dove loro vivono e producono i prodotti che portano a vendere al mercato.

Non riuscivo a sollevare il dito dal pulsante di scatto. Ma le foto non era facile farle perché sono una popolazione molto restia a esser fotografata.

Ho fatto anche colazione lì assaggiando come faccio sempre piatti alla cieca. Non nel senso – come nel vino – che non vedo il nome del piatto. Me lo dicono anche ma io non ‘intiendo’ cosa sia e lo assaggio sempre comunque. E quasi sempre il piatto rimane vuoto.

Per rientrare un piccolo bus ‘collectivo’, un mini van da 9 persone e verso le 12:00 sono a Popayan. (Ps: mammamia quanto corrono anche su strade tutte curve in montagna)

Subito in Hostel per una bella doccia con finalmente il cambio grazie alla valigia che finalmente Avianca me l’aveva fatta arrivare da Bogotà. E finalmente visto il caldo metto a piedi le mie fantastiche, comodissime Teva!

Dopo un lato pranzo tipico comincio poi a girare a zonzo fra le viuzze che brulicavano di bancarelle di cibo o vestiti o altro per vedermi la parte storica di Popayan con la sua grande piazza principale, le chiese coloniali di Iglesia de San Francisco, la Catedral Basílica de Nuestra Señora de la Asunción e la Capilla de Belén.

Una cosa evidente nella gente di Popayan sono i caratteri somatici andini. Popolazione ben diversa da quella vista a Bogotà. Tutti mediamente molto bassini e tracagnotti.

Pausa relax dalle 15 alle 17 e poi si ricomincia a passeggiare per godermi il pomeriggio e il tramonto.

Subito una breve salitina che vale lo sforzo per una vista panoramica della città dal Pirámide Cerro el Morro, una piccola collina costruita gra il 500 e il 1600 AD, uno dei siti archeologici più importanti a Popayan.

Mi sono seduto su una panchina e ho ammirato i tetti della città e l’accendersi le luci in città.

Da lì tanti passi per raggiungere la zona del mercato/negozi e quella più in fuori dal centro storico che di sera si svuota.

Murales, negozi particolari … se ti serve una penna, carta igienica o una bara ⚰️ qui trovi tutto insieme… e poi una bella birretta rinfrescante!

Oggi solo 11km a piedi, in linea con la media di questi 3 giorni (però il secondo ne ho fatti tanti in bici sennò era ben più alta la media)

Vado a dormire elucubrando prima che tappe fare dal 18 al 21, dopo Medellín e prima di Cartagena.

Buenas Noches

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