Colombia – day 3: Bogotá

Day 3

Ultimo giorno a Bogotà.

Prima tappa il mercato di Palemquemao. Troppo grande per me. Davvero gigante e poco caratteristico. Molto industriale.

Prendo un altro taxi e mi sposo a Plaza de San Victorino.

Sapevo non esser un posto turistico ma avevo letto fosse unico per la foto di strada. Una grande piazza piena di gente, bancarelle, piccioni, circondata da ristoranti, locali a luci rosse e negozi, con edifici coperti da immensi murales.

Spettacolare per le foto ma non del tutto sicura.

Anche andando lì il tassista mi aveva detto di fare molta attenzione alla macchina fotografica. Puntano a rubartela o essendo spesso malavitosi non vogliono esser ripresi.

Escobar non c’è più ma il narcotraffico va avanti eccome.

Sceso dal taxi con un po’ di preoccupazione, per la prima volta mi sono sentito sotto fissa osservazione, e tenevo sempre la Fuji nello zaino davanti mentre mi spostavo.

Magari per molti era la sorpresa di vedere un turista li, ma per sicurezza visto che è piena di polizia e militari scattavo foto sempre spostandomi vicino a loro.

Dopo una ventina di minuti insospettito da uno che vedevo, o perlomeno mi sembrava, mi seguiva.

Zig zag e mi dileguo.

Tornando verso la Plaza de Bolívar dove fare altre foto oggi che non ha più gli stand di un comizio che si era tenuto ieri rendendola poco ‘fotogenica’.

Sono le 10 e deciso last minute di iscrivermi al Bike tour della città. Ottima scelta!

Mi unisco al gruppo con la guida che parla in spagnolo, così faccio pratica e sopratutto siamo 8 e non i 16 che hanno optato per la guida che parlava in ingelese.

Tante pedalate ma tante belle cose viste e imparate su Bogotà e la sua storia che sono valse la spesa, e sopratutto il mazzo finale.

Eravamo alle 13 alla visita della produzione del cafe’ e io dovevo essere alle 13:30 in albergo. Si stacca un assistente dal gruppo che proseguiva il giro per l’ultima tappa di un parco e in 15’ ci facciamo una 10 di km correndo fra un semaforo, una macchina e la gente.

Lascio Bogotà che piove.

Mi è piaciuta molto.

La città dei contrasti.

Ma a me come sempre è piaciuta la zona storica, la zona povera. Meno i quartieri dei ricchi e commerciali.

Città comunque immensa.

Dal finestrino del piccolo volo Avianca ad elica ho visto una megameteopoli.

Da rimanere a bocca aperta.

Stasera sarò a Popayan per andare domani al villaggio montano di Silvia dove ogni martedì c’è il mercato della popolazione locale Guambiana che scende dalle montagne a valle. Non vedo l’ora!

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